Revolut

Le commissioni inattese

A metà agosto, durante un viaggio in Bulgaria, ho realizzato che col mio conto Fineco (di cui sono comunque soddisfatto), e rispettiva carta Visa, avevo una maggiorazione del 1.7% sia nei pagamenti elettronici in valuta estera (Lev Bulgaro), sia nei prelievi al bancomat. Il che non è piacevole.

Ho valutato le opzioni disponibili, e deciso di attivare un conto Revolut, piano base (Free), ordinando anche la carta fisica (pacchetto di default).

Attivazione

Il processo di attivazione è stato molto veloce, fotocopia alla carta d’identità e selfie, in pochi minuti era attivo.

Prima della consegna della carta Visa, avvenuta in pochi giorni, si può già iniziare ad utilizzare lo strumento, con una carta Visa virtuale, associabile anche al google Wallet per pagamenti NFC.


L’unico problema riscontrato è stato che invece del tasto “Aggiungi a Google Pay” presente nell’applicazione android di Revolut: ho dovuto da Google Wallet inserire manualmente i dati della carta, copiandoli dall’applicazione Revolut, che sarebbe comunque il processo standard.

Carte virtuali monouso

Sempre in termini di carte virtuali, una delle funzioni più interessanti è quella di carte virtuali monouso: si possono generare gratuitamente in qualsiasi momento, utilizzarle per registrazione a siti di cui si è meno certi, o pagamento one-shot, e poi distruggerle per evitare addebiti imprevisti.

Gestione valuta estera

Per quanto riguarda la gestione di valuta estera, è davvero molto utile e conveniente. 1000€ Mensili di operazioni di cambio valuta senza commissioni, permettono di alimentare il conto in € e cambiare senza commissioni in altre valute. Quando poi si spende in queste valute in negozi, non ci sono altri costi aggiuntivi.

N.B. effettuate le operazioni di cambio valuta durante la settimana, perché nel weekend si applicano maggiorazioni al tasso interbancario. Questo vale anche per altri sistemi (tra cui Curve, che uso), ma siccome Revolut permette di mantenere un conto in ogni valuta supportata, è sufficiente cambiare entro venerdì quello che si prevede sia sufficiente per il weekend.

Nel mio caso, su 1000€ ci sono stati 17€ circa di risparmio.

Bonifici istantanei

Solitamente le banche “standard” che forniscono questo servizio aggiungono una commissione. Con Revolut sono gratuiti: ho provato la funzionalità inviando una quota di iscrizione a un corso e l’importo è arrivato in pochi secondi senza maggiorazioni.

PagoPa senza commissioni

La piattaforma PagoPa, nata per centralizzare pagamenti alla pubblica amministrazione, come tasse scolastiche, multe, servizi vari, ha lo svantaggio di presentare antipatiche commissioni. Da Febbraio 2022 Revolut si è federata con PagoPa per i pagamenti tra mite app, ma solo ora trovo l’opzione nell’applicazione android. L’ottima notizia è che è senza commissioni! Motivo in più per utilizzare questo conto/carta.

(aggiornamento 09/12/2022)

Conclusioni

Ci sono anche altre funzionalità, ma anche solo con queste posso sicuramente consigliare l’iscrizione.
Lascio il mio link di invito per farlo, se lo utilizzate avrò un piccolo bonus sul mio conto.

Audiolibri

Se la battaglia degli ebook è ancora in pieno svolgimento, credo che in Italia quella degli audiolibri debba ancora veramente cominciare. Anche se qualcosa si sta muovendo.

Ma partiamo dalle basi: cos’è un audiolibro? E’ la registrazione di un libro letto da una o più persone. Ci sono più variabili che ne determinano la qualità, il prezzo e l’esperienza per il “consumatore”. Sulle variabili che li distinguono tornerò più avanti.

Parto invece con una domanda che parrebbe fondamentale: “ascoltare un libro è  leggere?“.

Ci sono argomentazioni sia per il sì che per il no, quello che vorrei fare, più che discuterle, è relativizzarle un po’ rispetto a quello che per me è il punto più importante. L’audiolibro è un mezzo diverso dal libro, con sue peculiarità e dignità, e soprattutto l’ascolto di audiolibri non sostituisce la lettura tradizionale.

In Italia, per lo più, il termine è relegato all’ambito infantile, alle fiabe sonore, o al massimo alle versioni ridotte di opere in inglese per far pratica nell’ascolto di una lingua straniera. In Inghilterra, USA, e altri paesi, già da qualche anno questo formato ha preso piede soprattutto tra i pendolari, ed è entrato con fette importanti nel mercato librario.

La critica più comune quando se ne parla da noi è: “Eh, ma quando leggo mi piace andare al mio passo, rileggere più volte un passaggio, soffermarmi…” ecc. ecc. Chiaro, e condivisibilissimo. E sono tra i vantaggi e piaceri della lettura “tradizionale”. Ma quanto scritto sopra rende la critica vuota: non stiamo parlando di sostituzione, ma di affiancamento.

L’ascolto di libri ha tempi, modi, vantaggi, svantaggi e piaceri tutti suoi, che molto dipendono, a parità del libro di partenza, dalla qualità della lettura. Un attore professionista, con in mano (in bocca) un buon libro, può vestire le parole di risonanze, sfumature, può dare una forza inaspettata al racconto.

Cerco di categorizzare un po’ gli audiolibri che si possono trovare

Audiolibri gratuiti

L’equivalente del Progetto Gutenberg per gli ebook, (già citato in un articolo precedente ) è il sito LibriVox, che contiene centinaia di registrazioni in piú lingue di libri fuori copyright, letti da volontari. Soprattutto le opere piú lunghe sono solitamente lette da piú lettori, che si dividono i capitoli. Uno svantaggio è che i lettori non sono professionisti, anche se spesso capitano attori amatoriali, o comunque persone con una bella voce e una buona dizione. Allo stesso tempo, come esercizio di ascolto, può essere utile avere voci piú “comuni” e meno precise.

Una recente aggiunta è la riorganizzazione effettuata dalla RAI dell’archivio di Ad Alta Voce, accessibile sia tramite browser che con l’applicazione su Google Play

I titoli in questo caso sono tutti in italiano, ma letti da attori professionisti, in alcuni casi si trovano anche versioni sceneggiate lette da più attori.

Audiolibri a pagamento
Audible

Audible, acquisita dalla Amazon, è il “Netflix” degli audiolibri. Contenuti professionali in abbonamento: un’ottima scelta per chi ne fa un utilizzo frequente. L’abbonamento è mediamente molto inferiore al prezzo di acquisto dei singoli audiolibri.

Include i miei preferiti: la serie di Harry potter letta da Stephen Fry e la stessa serie letta in italiano da Francesco Pannofino.

Alla ricerca del tempo perduto

Il tempo per leggere. Vero che anche per la lettura tradizionale, pure chi ha una vita frenetica, il tempo lo trova. Ma ci sono tante situazioni in cui è impossibile tenere in mano un libro, che si prestano all’ascolto.

Un mio piccolo elenco:

  • Portare a spasso il cane
  • Fare la spesa
  • I tragitti a piedi da e verso i mezzi per l’ufficio (sui mezzi leggo)
  • Faccende di casa
  • Guida (no auricolari). Ho notato che l’attenzione sul libro non mi deconcentra, probabilmente le due attività utilizzano zone diverse del cervello
  • Prima di addormentarmi

Precedenti e conclusione

L’ascolto di libri letti da altri non è cosa nuova. E’ attestato nell’antica roma, dove nobili potevano avere uno schiavo colto, detto lector, che leggeva a voce alta libri, per intrattenere il padrone e i suoi ospiti.

Molte religioni, tra cui quella cattolica, prevedono letture ad alta voce di testi sacri, a beneficio di altri. Insomma, più che un’invenzione è una riscoperta, aiutata dagli attuali mezzi tecnologici.

Spero di aver solleticato la curiosità di qualcuno, e che a qualcuno di questi l’ascolto di audiolibri contribuisca ad arricchire le giornate.

Ebook Reader

Ok, internet è satura di informazioni sull’argomento. Eppure, secondo me, ci sono punti sui quali ancora resiste qualche preconcetto, qualche mito da sfatare. Come al solito inizio il discorso da lontano.

Gli albori

Sono da sempre un lettore vorace, appassionato di libri sia come mezzi di lettura, sia come oggetti da possedere, che completano una casa, una stanza (una persona). Con questa premessa, unita alla passione per la tecnologia, si può capire con quali sentimenti contrastanti considerassi l’acquisto di un ebook reader nel 2010.

A farmi decidere fu la constatazione che leggevo più spesso in lingue straniere che in italiano, che le parole che non conoscevo non le andavo poi a cercare in un dizionario (pigrizia, scomodità), e che proprio quelle avrebbero contribuito a migliorare il mio lessico.

sony-prs-650-reader-touch-edition-6-tactil-silverFu così che acquistai il mio primo reader, l’allora glorioso Sony PRS-650 Touch, scocca alluminio con custodia in neoprene, davvero un bell’oggetto. E soprattutto, con il touch e i dizionari integrati, mi rendeva disponibili le definizioni con un tap.

L’altro ovvio vantaggio è nella portabilità, pari a quella di un tascabile, ma che evita di portarsi in giro mattoni tipo la trilogia di Larsson.

Quando si ha tempo di leggere solo sui mezzi, schiacciato tra le persone, non è cosa da poco.

Dopo qualche mese dall’acquisto, mi resi conto che stavo leggendo molto più di prima. La prima considerazione fu che fosse dovuto al “giocattolo nuovo”, fattore che certamente contribuiva. Ma non solo.

Gli occhi ringraziano

Mi era capitato di leggere a schermo (del pc) libri che non trovavo in cartaceo, con esiti disastrosi quanto a bruciore, lacrimazione e malditesta. I tablet non fanno molto di meglio. I reader con schermo e-ink sono tutta un’altra bestia.

Dopo qualche mese di lettura esclusiva sul Sony, mi decisi a leggere Il Tamburo di latta, di Gunther Grass, senza però trovarlo in formato ebook. Comprato in cartaceo, iniziai a sfogliare con un rinnovato piacere tattile, olfattivo ecc. ecc.

MA

Dopo meno di 20 minuti di lettura su carta, col carattere piccolo (standard per un’edizione economica Feltrinelli, ma a cui non ero più abituato) mi fu evidente, come non era mai stato in precedenza, non avendo mai avuto termini di paragone, lo sforzo della lettura “come la facevo prima”.

La dimensione del carattere diminuisce drasticamente l’affaticamento alla lettura, il mio consiglio è di regolare la dimensione del carattere a

Esageratamente grande

l’effetto collaterale del dovere cambiare pagina molto spesso è davvero un piccolo prezzo da pagare, a cui dopo pochissimo non si fa più caso. Occhi e testa ringraziano. E, alla lunga, il rendersi conto del numero maggiore di libri letti è gratificante.

L’era Kindle

A fine 2013 decisi di effettuare un upgrade sostituendo il Sony con… altro.

 Come ogni scelta tecnologica è stata ben ponderata, e alla fine ho optato per il Kindle Paperwhite.

A parte la durata della batteria ormai irrisoria del Sony, l’illuminazione del Paperwhite mi ha convinto. Il lumodotato concorrente Kobo (Glo) è stato escluso per il superiore supporto Amazon rispetto all’allora unico distributore italiano (Mondadori).

Il salto rispetto al Sony è stato evidente, anche se il mezzo è lo stesso. Maggiore fluidità, contrasto e definizione dei caratteri, leggibilità in generale.

Illuminazione

Il non dipendere da luci esterne, abat-jour se si è a casa, accrocchi appesi alla custodia se in giro, è un bel vantaggio, specie per non dare fastidio a chi si ha attorno di sera/notte.

In realtà anche di giorno ha una sua utilità: le migliori condizioni di lettura, da vari articoli letti in rete, si hanno quando il bianco del foglio è simile al bianco di un oggetto bianco (tipo un foglio) in quelle stesse condizioni di luce. Ovviamente questa regola vale finché luce esterna c’è; al buio comunque basta una illuminazione minima per garantire una lettura poco affaticante.

Personalmente tengo queste impostazioni:

  • Luce artificiale: luminosità proporzionale all’intensità della luce esterna. Es: in metropolitana, piuttosto alta. A casa, bassa.
  • Buio della stanza: luminosità quasi al minimo
  • Luce solare: non fa molta differenza, di solito non la modifico, anche se dalla regola qui sopra avrebbe senso tenerla al massimo

Miti da sfatare

Provate a mettere su facebook uno status di apprezzamento agli ebook, e di sicuro scatenerete una serie di post che fanno riferimento al profumo della carta. Premessa: ho una reverenza per l’oggetto libro, ho fatto lavori di rilegatura, ed uno dei miei sogni più o meno segreti sarebbe realizzare un libro manoscritto e rilegato da me. Detto ciò, quando sulla metro tiro fuori (ancora capita) il mio tascabile, non è che lo porti al naso spesso, né vedo farlo ad altri.

Ma soprattutto: se uno prende un ebook reader non è che bruci tutti i libri che ha in casa! o smetta di acquistarne. Un mezzo non esclude l’altro, è solo più comodo in certi contesti. Alcuni libri li ho sia in ebook che su carta.

In generale, non ho notato differenze significative nella esperienza di lettura: quando un libro mi prende, sono assorbito “da perdere la fermata del tram”, perdo la sensazione del mezzo, del come giro le pagine, della grandezza del carattere. Questi elementi concorrono piuttosto all’aspetto fisiologico della lettura, o del corpo che legge, con vantaggio del reader.

Libri gratis (o più economici)

Specie chi legge classici in inglese, troverà una gradita sorpresa in siti come il Progetto Gutenberg che raccolgono e rendono disponibili gratuitamente libri fuori copyright, prima solo in formato txt e html, ora anche epub e mobi (quest’ultimo è digerito dal kindle). In italiano si trova un corpus inferiore di titoli, ma è in costante aumento.

In generale comunque lo stesso titolo costa meno in ebook (attorno al 50%). Tra un’edizione economica coi caratteri minuti a 8€ e un ebook col carattere che posso ingrandire quanto una deluxe in-folio a 4€, la seconda possibilità mi pare molto attraente.

La soluzione più completa e recente è il servizio Kindle Unlimited, che ad un basso prezzo di abbonamento, corrisponde migliaia di titoli che altrimenti andrebbero acquistati. Consigliatissimo soprattutto per grandi lettori

Conclusione

Compro ancora libri cartacei, ma per lo più se non li trovo in ebook, oppure se hanno una rilegatura davvero bella.

P.S. prossimamente un post su Calibre, strumento indispensabile per addomesticare gli ebook, specie col Kindle

Suonare chitarra e basso in cuffia

Un post dedicato a tutti i musicisti che trovano il tempo o la voglia di suonare solo in orari in cui darebbero fastidio a vicini o parenti, e non si dedicano a quegli strumenti (tastiera) che, nativamente, offrono la possibilità di suonare in cuffia.

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Chitarra elettrica e basso elettrico, di base, possono essere connessi a delle cuffie attraverso pedali effetto e/o un amplificatore con uscita per cuffia che escluda l’audio principale. Ma, o ampli ed effetti sono sempre pronti ed attaccati, o qualche minuto lo si spende già nel predisporre l’impianto, con classico delirio di cavi, che se per chi vive da solo può non essere un problema, ha solitamente un basso Acceptance Factor da parte dei coinquilini/conviventi.

A meno quindi di avere dello spazio dedicato, con la strumentazione già montata e collegata, se ho diciamo 20 minuti liberi, rischio di impigrirmi e difficilmente mi metto a predisporre il tutto per suonare.

L’oggettino che si è rivelato per me il migliore compromesso e mi sta facendo ritrovare il tempo per suonare è un amplificatore portatile per cuffie.

Col basso appeso ad un gancio, tempo 10 secondi da quando decido e sto già suonando.

Un’avvertenza sulla qualità del suono: dipende molto dalle cuffie con cui lo utilizzate!

Con degli auricolari Sennheiser CX 300 II Precision con cui per altre cose mi trovo benissimo, il suono tende a saturare e distorcere anche con il drive a 0; se tengo il volume più basso, resta comunque molto medioso e poco definito.

Altra storia con le Sennheiser HD560S: nessuna distorsione (a meno che la voglia io alzando il drive!)

Per la chitarra ci sono diverse versioni dell’Amplug 2, si possono vedere direttamente nello store della VOX

Non mi è ancora capitata l’occasione, ma questo amplificatore per cuffie sta in una tasca: se portate in giro chitarra/basso, e volete fare delle prove dell’ultimo minuto, o suonare anche in vacanza, può essere un’ottima soluzione!

Disclaimer

E’ da un po’ che penso ad un canale per condividere le mie scoperte quotidiane, quelle piccole cose che mi cambiano la vita e finisco per raccontare a tutti i malcapitati che conosco. Facebook è dispersivo, non è il mezzo adatto. E così rieccomi a saggiare la forma del blog, dopo anni dal primo tentativo.

Benvenuti!